L’Operazione Reinhard fu il massacro di ebrei che avvenne nelle aree della Polonia non annesse alla Germania, principalmente nei centri di sterminio di Treblinka, Sobibor e Belzec. Iniziato alla fine del 1941, fu ribattezzato “Operazione Reinhard” in onore di Reinhard Heydrich, il principale artefice della “Soluzione finale” nazista, assassinato nella primavera del 1942. Le operazioni di uccisione furono eseguite a Belzec dal marzo al dicembre 1942, a Sobibor dal maggio 1942 all’ottobre 1943 e a Treblinka dal luglio 1942 all’ottobre 1943. L’Operazione Reinhard durò fino al novembre 1943, con il massacro di 42.000 ebrei durante la cosiddetta Operazione Erntefest (Festa del raccolto). In totale, lo United States Holocaust Memorial Museum stima che l’Operazione Reinhard abbia ucciso circa 1,7 milioni di ebrei e un numero imprecisato di polacchi non ebrei, rom e prigionieri di guerra sovietici.
Inoltre, furono parte dell’Operazione Reinhard anche un certo numero di campi di lavoro forzato, tra cui Trawniki, Budzyn e Poniatowa, così come il campo di Majdanek prima di essere formalmente convertito in campo di concentramento.
Nei campi dell’Operazione Reinhard, per uccidere le vittime si utilizzava principalmente il monossido di carbonio, mentre a Majdanek si usava lo Zyklon B. Nei campi di lavoro forzato di Trawniki e Budzyn gli ebrei erano invece uccisi dal lavoro e dalle fucilazioni.
L’Operazione Reinhard fu supervisionata dall’inizio alla fine del 1943 da Odilo Globocnik, SS e Capo della polizia del distretto di Lublino. La costruzione e la gestione dei campi furono invece supervisionate da Christian Wirths il quale, come molti altri nell’Operazione Reinhard, fu determinante nel Programma Eutanasia.
Dopo la conclusione dell’Operazione Reinhard, i campi di Treblinka, Belzec, Sobibor e Chelmno furono smantellati, e su quelle terre arate si installarono alcuni agricoltori polacchi. Oggi in tutti questi siti sono presenti dei monumenti.