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Chi era Szmul Zygielbojm e perché si tolse la vita nel 1943?

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Szmul Zygielbojm (1895-1943) fu un politico socialista ebreo polacco e membro del governo polacco in esilio che si tolse la vita nel maggio 1943 a Londra, in segno di protesta contro l’inazione degli Alleati di fronte all’annientamento tedesco degli ebrei europei e soprattutto per sconfitta della rivolta del ghetto di Varsavia.

Zygielbojm nacque in una famiglia povera della classe operaia con dieci figli nella provincia di Lublino nella Polonia orientale. La famiglia si spostò nella città di Chelm all’inizio della prima guerra mondiale e, nel 1917 Zygielbojm rappresentò la città in occasione della prima convenzione dell’Unione generale dei lavoratori ebrei, meglio conosciuta come Bund. Nel 1920 gli fu chiesto di spostarsi a Varsavia per continuare il suo lavoro politico. Nel 1924 divenne membro del comitato centrale del Bund, carica che mantenne fino alla morte. Nel 1936 fu mandato a Łódź a lavorare per il Bund e nel 1938 fu eletto consigliere comunale.

All’inizio della guerra Zygielbojm partecipò in difesa di Varsavia. Quando i tedeschi chiesero ostaggi alla città, Zygielbojm si offrì volontario. Al suo rilascio fu nominato membro dello Judenrat (il Consiglio ebraico), ma gli altri membri del Bund richiesero le sue dimissioni, temendo le conseguenze della sua aperta opposizione alla politica di ghettizzazione. Si rifugiò inizialmente in Belgio ma, a seguito delle invasioni del 1940, fu costretto a fuggire prima in Francia e poi negli Stati Uniti. Nel 1942 arrivò a Londra.

Dal marzo 1942, lui e il sionista Ignacy Schwarzbart furono i due membri ebrei del governo polacco in esilio a Londra. Nello stesso anno Zygielbojm pubblicò l’opuscolo Stop Them Now: German Mass Murder of Jews in Poland (Fermateli subito: uccisione di massa di ebrei in Polonia per mano tedesca), che però ottenne poca attenzione. A dicembre, dopo aver incontrato l’infiltrato polacco Jan Karski, corriere dei documenti tenuti dal gruppo d’archiviazione clandestino Oneg Shabbat all’interno del ghetto di Varsavia, Zygielbojm andò in onda sull’emittente pubblica BBC, chiedendo che si intraprendesse un’azione per porre fine “al più grande crimine nella storia umana”.

Quattro mesi dopo, il 19 aprile 1943, l’apertura della Conferenza delle Bermuda coincise con l’inizio della rivolta nel ghetto di Varsavia. Nei primi giorni di maggio, Zygielbojm, già frustrato dall’inazione degli Alleati, fu informato della morte della moglie e del figlio maggiore nel ghetto di Varsavia. L’11 maggio scrisse una lettera al presidente polacco Rackiewicz e al primo ministro Wladyslaw Sikorski, criticando l’inerzia degli Alleati e del governo polacco. Poi si tolse la vita. Il suo corpo fu cremato su sua richiesta in segno di protesta simbolica. Il figlio superstite di Zygielbojm, Joseph, ne recuperò le ceneri dal forno crematorio Golders Green di Londra nel 1959. Dopo che la comunità ebraica locale si rifiutò di consentire la sepoltura delle ceneri, queste furono portate negli Stati Uniti e sepolte nel nord dello stato di New York nel 1961.

Zygielbojm è ricordato da un monumento a Varsavia e nelle targhe commemorative di Londra e Chelm. Il monumento di Varsavia cita la sua ultima lettera: “Non posso tacere e non posso continuare a vivere mentre il resto degli ebrei polacchi, di cui sono rappresentante, vengono uccisi”.

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