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Perché le autorità tedesche utilizzavano le camere a gas?

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Dopo l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica nel 1941, le SS naziste Einsatzgruppen, o squadre mobili di sterminio, iniziarono l’esecuzione sistematica degli ebrei nei territori conquistati dell’URSS. Queste uccisioni di massa erano eseguite dal plotone di esecuzione, ma fu presto stabilito che questa tecnica fosse inefficiente.

Le SS stabilirono quindi che il gas, in precedenza utilizzato nell’eliminazione di handicappati fisici e mentali, fosse il mezzo più efficiente per uccidere un gran numero di persone in un breve periodo di tempo. Nei campi dell’Operazione Reinhard (Treblinka, Belzec e Sobibor), così come a Chelmno, si utilizzò invece il monossido di carbonio come stabilito nel programma “Eutanasia”. Ad Auschwitz e Majdanek utilizzarono invece lo Zyklon B, un pesticida disponibile in commercio, dopo che gli esperimenti sui prigionieri di guerra sovietici e su quelli polacchi ne avevano dimostrato l’efficacia.

È anche chiaro dai resoconti contemporanei dei responsabili che alcuni di loro trovarono le operazioni di uccisione, in particolare di donne e bambini, difficili da sopportare. Ci sono anche resoconti di soldati che, quando facevano parte dei plotoni di esecuzione si assentavano deliberatamente, e dell’abuso di alcol come meccanismo di sopportazione. Questo potrebbe essere stato un fattore determinante nella decisione di incrementare l’uso del gas. Allo stesso tempo, non c’è traccia di alcun tedesco punito per essersi rifiutato di prendere parte alle operazioni di uccisione.

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