
Il rabbino Morris Dembowitz riseppellisce le vittime ebree dell’Olocausto. Dembowitz fu cappellano dell’esercito americano durante la seconda guerra mondiale. Tra le sue attività ci fu la supervisione dell’esumazione e della risepoltura degli ebrei vittime dell’Olocausto (1945). Crediti fotografici: United States Holocaust Memorial Museum, per gentile concessione di David Dembowitz
Il termine italiano “Olocausto” e quello ebraico “Shoah” sono usati per descrivere il genocidio perpetrato dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale. Entrambi i termini hanno una dimensione teologica o cosmica. “Olocausto” deriva dal greco, indica l’offerta sacrificale ed è generalmente definito come una vasta distruzione causata dal fuoco o da altre forze non umane. “Shoah”, invece, ha la sua radice biblica nel termine “shoah u-meshoah” (devastazione e desolazione), che appare sia nel Libro di Sofonia (1:15) che nel Libro di Giobbe (30:3).
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, “Olocausto” è il termine più comune, mentre nell’Europa continentale il termine Shoah si è dimostrato essere più significativo.